Street Child World Cup

Street Child World Cup

Tra pochissimi giorni i riflettori dei media saranno puntati sui Mondiali di calcio 2010 che si terranno in Sud Africa, ma un’altra competizione, forse ben più importante, che si è svolta proprio a Durban nel mese di marzo, è passata quasi inosservata.

Si tratta della prima edizione della “Street Child World Cup”  promossa dall’ong inglese Amos Trust e organizzata dalla Umthombo Street Children, un’associazione che in Sud Africa garantisce l’istruzione elementare a diversi minori disagiati.

L’iniziativa ha riunito gruppi di bambini di strada tra i 14 e i 16 anni provenienti da nove diversi paesi: Brasile, India, Nicaragua, Filippine, Sud Africa, Tanzania, Ucraina, Regno Unito e Vietnam. Ogni squadra ha presentato il proprio paese e negli ultimi tre giorni, tutti i team si sono riuniti per discutere soluzioni concrete ai problemi che erano stati sollevati. Ogni squadra ha inoltre creato uno “Street Child Manifesto”, che costituirà la base della nuova campagna per i diritti dei bambini di strada. La mostra dei lavori dei bambini di strada alla Durban Art Gallery è stato inaugurata il giorno della finale domenica 21 marzo, Giornata dei diritti umani in Sud Africa.

Per il Nicaragua hanno partecipato alla gara in bambini ospitati da Casa Alianza Nicaragua, un organismo che sostiene 3.500 bambini l’anno e che è partner nel Progetto di Sistema per l’inclusione sociale di gruppi marginali  del Centro America e del Caribe – Programma di cooperazione Internazionale IILA INA-FICT, finanziato dal Ministero degli Affari esteri Italiano.

Oggi decine di migliaia di bambini e giovani in tutto il mondo vivono per le strade di grandi città e combattono ogni giorno con la fame, la violenza e la povertà. La vita in strada può essere devastante ed esporre i bambini che ci vivono al rischio di abuso e sfruttamento sessuale e spesso l’uso di sostanze stupefacenti diventa il modo per sfuggire alla dura realtà della vita. Le esperienze dei bambini di strada sono diverse in tutto il mondo, ma le difficoltà che sperimentano ogni giorno sulla loro pelle sono le stesse. La loro estrema vulnerabilità li rende un gruppo oppresso, marginalizzato e soprattutto dimenticato da governi ed istituzioni.

Ci auguriamo quindi che i Mondiali 2010 in Sud Africa siano anche l’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche dei bambini di strada, che grazie alla “Street Child World Cup” sono riusciti a far sentire la loro voce.