I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia

I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia

Pubblicato il 5° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

Aumento della povertà, della dispersione scolastica, del lavoro minorile e dell’esclusione sociale. Sono i drammatici effetti della crisi, e del progressivo calo di risorse destinate alle politiche per l’infanzia e l’adolescenza, che sta soffocando i diritti di molti bambini d’Italia. Ma soprattutto mancano dati certi: persiste infatti la carenza di un sistema di raccolta dati, rappresentativi e uniformi tra le varie Regioni, per la misurazione di diversi fenomeni che riguardano i minori, come pedofilia e pornografia, condizioni di adottabilità, sulla violenza, sul maltrattamento dei bambini, sui minori con disabilità, inclusi quelli in età compresa tra 0 e 6 anni e sui minori fuori dalla famiglia. In questo caso la modalità di raccolta dati, così frammentata e disomogenea a livello nazionale, porta ad una scarsa comparabilità delle informazioni che è invece necessaria per rendere effettivo ed esigibile al minore il diritto alla famiglia.

«La mancanza di una visione chiara degli investimenti per l’infanzia e l’adolescenza e l’assenza di fondi per l’implementazione del Piano Nazionale Infanzia aumentano il disagio di molti minori del nostro Paese», commenta Raffaela Milano a nome del Gruppo CRC (che riunisce 85 associazioni e organizzazioni del terzo settore), che ha illustrato il 5° Rapporto di aggiornamento sulla Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elsa Fornero, e del Garante per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Vincenzo Spadafora.

Il Rapporto fotografa ogni anno la condizione dei minori e degli adolescenti in ogni ambito della loro vita (famigliare, sociale, educativa, sanitaria, legale, ecc.), ne valuta le criticità ed esprime raccomandazioni alle istituzioni competenti al fine di garantire il rispetto dei loro diritti.

Anche l’Associazione On the Road ha contribuito alla stesura del Rappporto fornendo un’analisi del fenomeno della prostituzione minorile in Italia e sottolineando la necessità di promuovere, all’interno dei programmi di protezione sociale già esistenti, azioni specifiche per minori vittime di tratta a fini di sfruttamento sessuale .

In estrema sintesi, tra gli aspetti analizzati dal 5° Rapporto, emerge che il nostro Paese si colloca ai primi posti in Europa per dispersione scolastica e incremento della povertà e supera la media dell’UE per minori a rischio povertà o esclusione sociale. Sono 1.876.000 in minori in condizioni di povertà relativa, di cui 1.227.000 al Sud, ai quali si aggiungono 359 mila bambini che nel meridione vivono in condizioni di povertà assoluta, cioè non dispongono di beni essenziali per il conseguimento di standard di vita minimamente accettabili.

Il Rapporto dedica attenzione anche ai minori stranieri in Italia. In particolare approfondisce il tema della protezione e dell’accoglienza dei minori non accompagnati, che al 31 dicembre 2011 risultavano essere 7.750 di cui 1.791 irreperibili. Oltre alla mancanza di un sistema nazionale di accoglienza, il Rapporto segnala alcuni casi in cui i minori sono stati accolti in modo inadeguato, hanno vissuto in condizioni di promiscuità con gli adulti, privati di adeguate cure e della libertà personale.

Il Gruppo CRC nel suo Rapporto chiede infine che il Parlamento ratifichi al più presto il nuovo Protocollo opzionale alla Convenzione ONU, che prevede la possibilità per i minori di denunciare al Comitato ONU fenomeni di abuso o violazione di propri diritti. «Auspichiamo che ogni istituzione possa, nel proprio ambito di intervento, cogliere l’urgenza delle criticità sollevate nel Rapporto e adoperarsi per risolverle», conclude Raffaela Milano. «Il Gruppo CRC si impegnerà a collaborare in modo da arrivare al prossimo appuntamento con il Comitato ONU con un quadro delle politiche per l’infanzia e l’adolescenza più conforme alla Convenzione e soprattutto avendo risolto alcune delle criticità più rilevanti del nostro sistema».

 
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